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Il microbiota “intimo”

La salute intima passa anche dal microbiota vaginale: sembra rivelarsi un regolatore fondamentale della funzione di barriera del tratto genitale femminile contro le infezioni sessualmente trasmesse e gli agenti patogeni, come si legge in una revisione della letteratura su Frontiers in Cellular and Infection Microbiology. Complice anche la presenza di Lactobacillus, fermenti lattici che appartengono allo stesso genere di quelli usati per la fermentazione dello yogurt, ma di diverse specie.

“Nel 2011 uno studio pubblicato sulla rivista PNAS aveva analizzato il microbiota vaginale di 396 donne non gravide, nordamericane fertili e asintomatiche di quattro gruppi etnici. Erano stati evidenziati cinque principali gruppi in relazione alla presenza o assenza di alcune specie di Lattobacilli. Il genere Lactobacillus era uno dei batteri dominanti. Il ruolo di questi batteri è di produrre acido lattico e rendere la vagina un ambiente acido, interferendo, in questo modo, con la crescita di batteri patogeni e creando un ambiente eubiotico favorente la fecondazione”, spiega Luca Masucci, professore aggregato Istituto di Microbiologia, responsabile unità operativa Diagnostica molecolare e manipolazione del microbiota, Fondazione Policlinico Universitario “A.Gemelli” IRCCS di Roma

Una nuova strada per prevenire le infezioni?

“Le infezioni delle vie genitali femminili e maschili possono avere un’origine esogena, quindi a trasmissione sessuale, o endogena, dovuta a batteri provenienti dall’intestino. La valutazione del microbiota vaginale può essere d’aiuto nel mettere in luce, per esempio, uno stato di predisposizione all’infiammazione o allo sviluppo di infezioni, come quella da Papilloma virus o da eccesso di microrganismi anaerobi (vaginosi batterica). Oggi possiamo capire a cosa potrebbe andare incontro un profilo vaginale o da quale situazione può essere stato modificato. Questo consente di agire con interventi mirati e non preclude la ricerca diagnostica microbiologica di altri patogeni vaginali la cui presenza può essere percepita o meno dal soggetto”.

Influenzano i cambiamenti ormonali dovuti all’età? 

Il microbiota vaginale varia nell’arco della vita: ci sono Lattobacilli alla nascita che si perdono dalla sesta settimana di vita fino alla pubertà; poi tornano a dominare nel periodo fertile mentre in menopausa si ritorna allo stato prepuberale. Alterazioni sono possibili anche durante la fase mestruale”.

Il trapianto di microbiota intestinale è una potenziale cura?

“Con l’infusione di microbiota da donatore sano è ipotizzabile che in un futuro si possa agire anche a livello delle vie genitali femminili e risolvere infiammazioni come la vaginosi batterica. Questa procedura al Policlinico Gemelli è consolidata per la cura di infezioni delle vie intestinali ed è oggetto di studio in diversi trial clinici su patologie sistemiche anche neurodegenerative”.

Microbiota e infertilità

Sono sempre più numerose le pubblicazioni in letteratura medica che stabiliscono una possibile connessione tra disbiosi vaginale e infertilità o esito di gravidanza avverso. “Il microbiota vaginale in età fertile è dominato da specifici sottogruppi di Lattobacilli”, spiega Nicoletta Di Simone, responsabile del Centro Multidisciplinare di Patologia della Gravidanza all’Humanitas San Pio X, autrice di studi su questo tema. “Una percentuale di donne (si arriva anche al 25% o più) ha comunità batteriche vaginali  non dominate dai Lattobacilli e caratterizzate da una predominanza di batteri anaerobi: presenta quindi una condizione di  disbiosi del microbiota vaginale definita vaginosi batterica”.

“A volte può essere asintomatica, ma si può caratterizzare per la sua associazione con un aumentato rischio di aborti spontanei, parti prematuri e infiammazione locale. Proprio l’infiammazione in eccesso può essere la responsabile di una difficoltà del concepimento o di insuccessi ostetrici precoci. Inoltre, la disbiosi aumenta la possibilità di infezioni che dalla vagina risalgono nell’utero e nelle tube con il rischio di infiammazione o infezione pelviche in grado di determinare infertilità”.

“Oltre allo stile di vita e all’assunzione di possibili terapie che possono influenzare la colonizzazione batterica, un altro fattore che può influire sulla presenza di determinate popolazioni di Lattobacilli vaginali è il regime alimentare. Ricerche hanno evidenziato associazioni tra diete a elevato contenuto di carboidrati e grassi e disbiosi vaginale e tra basse concentrazioni di ferro, deficit di zinco e di vitamine D, A, C ed E e infezioni genitali da miceti e papilloma virus”. 

NUMERI 

400 d.C.: in Cina nasce la procedura di trapianto di microbiota con grandi criticità di sicurezza, oggi superate. 

260 sono a oggi le specie descritte di Lattobacilli con caratteristiche diverse.

Dal mio articolo su Corriere della Sera inserto Salute.

Credito foto in apertura: Jonathan Borba/Unsplash.

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