L’Italia è uno dei Paesi più vecchi dell’Unione europea: la speranza di vita alla nascita, nel 2019, è di 81,1 anni per gli uomini e di 85,4 per le donne (dati Istat). L’aiuto per arrivare in là con gli anni in salute e con il cervello lucido l’abbiamo in casa: la dieta mediterranea che, si legge su Clinical Nutrition, migliora la memoria e previene o ritarda gli effetti del deterioramento cognitivo legato all’invecchiamento.
Ricercatori spagnoli hanno seguito per tre anni 487 volontari, a metà tra uomini e donne con un’età media di 65 anni, in sovrappeso o obesi e che soddisfacevano almeno tre criteri della sindrome metabolica che comprende ipertensione, iperglicemia, un eccesso di grasso intorno alla vita, bassi livelli di colesterolo HDL e alti livelli di trigliceridi. Grazie a test neuropsicologici eseguiti all’inizio, dopo uno e tre anni, i ricercatori hanno osservato un legame tra aderenza alla dieta mediterranea ipocalorica e miglioramento cognitivo, influenzato anche da perdita di peso e da aumento dell’attività fisica.
La dieta mediterranea perché è speciale per il cervello?

“È ricca di vitamine e minerali che svolgono un ruolo antiossidante, antinfiammatorio e detossificante di primo livello: sono il primo scudo difensivo che agisce non appena si manifesta uno stress ossidativo”, spiega Silvana Hrelia, professore ordinario di Biochimica all’Università degli studi di Bologna. “La dieta mediterranea è ricca anche di nutraceutici, molecole che hanno bisogno di tempi più lunghi per offrire una protezione di secondo livello: raggiungono il nostro Dna e lo inducono a esprimere geni protettivi in grado di favorire la sintesi di enzimi antiossidanti, antinfiammatori e detossificanti”.
A cosa servono questi enzimi?
“Potenziano e prolungano i meccanismi protettivi di primo livello. La vitamina C nel cervello è così poca da non poter esercitare una funzione antiossidante. Alcuni nutraceutici, invece, attraversano la barriera ematoencefalica e inducono il cervello a produrre quelle difese che lo proteggono dagli attacchi dei radicali liberi. Così si favorisce anche la sintesi di molecole come le neurotrofine: aumentano la plasticità sinaptica, l’attenzione e la memoria”.
Quali alimenti preferire?
“Quelli che mangiavano i nostri nonni che seguivano la vera dieta mediterranea: pochi cibi di origine animale, legumi, cereali integrali come farro e orzo, alto consumo di verdure e un po’ di frutta di stagione di tutti i colori; ogni vegetale ha nutraceutici differenti. L’abbondanza di fibre favorisce la salute dell’intestino, il nostro principale organo immunitario. L’olio extravergine di oliva contiene una molecola (oleocantale) che è un antinfiammatorio naturale, consumiamone 3 cucchiai al giorno. Sostanze simili ci sono nel tegumento esterno dei cereali integrali”.
Da cosa dipende l’invecchiamento del cervello?
“L’80% da stress ossidativo favorito dai radicali liberi che deteriorano la struttura del neurone. Il 20% da cause genetiche o traumatiche. Le principali forme di decadimento cerebrale sono la demenza senile, di origine vascolare, Alzheimer e Parkinson la cui eziologia è ancora sconosciuta. Per questo la ricerca, che non trova una cura, sta puntando sulla prevenzione. La dieta mediterranea protegge anche da ipertensione, sindrome metabolica, diabete. Sono malattie che predispongono al danno cerebrale. Inoltre, riduce quel periodo tra aspettativa di vita in buona salute e aspettativa di vita totale. Importante anche l’attività motoria, come camminare, nuotare e salire le scale: produce piccole quantità di radicali liberi che hanno un ruolo di biosegnalazione e di attivazione delle difese antiossidanti endogene. I radicali diventano “cattivi” solo se sono in eccesso”.
Dal mio articolo su Corriere della Sera inserto Salute.
Credito foto in apertura: Mohamed Hassan/Pixabay.
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