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Mare, un bene prezioso

Come oggi, il mare era già una fonte di nutrimento per l’uomo di Neanderthal e per Homo sapiens. Sono più di tre miliardi di persone a trovare nell’Oceano la base della loro alimentazione. Si rivela essenziale per i bisogni primari di un’umanità che non smette di aumentare: oggi siamo già 8 miliardi. Se venisse a mancare travolgerebbe nella sua caduta la sicurezza alimentare, economica e sociale di milioni di esseri umani.

Mare, bene prezioso
Il libro Blu un oceano di soluzioni di Maud Fontenoy e Yann Arthus-Bertrand (Raffaello Cortina Editore).

L’eccesso di pesca

“Uno dei maggiori problemi ambientali che l’uomo si trova ad affrontare è proprio quello dell’eccesso di pesca, pescare alla fonte in meno tempo di quanto ne serva per ricostituirsi, cosa che avviene in non meno di un terzo delle zone di pesca nel mondo”, scrive Maud Fontenoy, autrice con il fotografo e regista Yann Arthus-Bertrand del libro Blu, un oceano di soluzioni (Raffaello Cortina Editore). Fontenoy è una navigatrice che ha compiuto molte imprese, in solitaria, a remi o a vela, è impegnata nella salvaguardia degli oceani ed è presidente dalla omonima fondazione che opera nelle scuole per l’educazione ambientale. Arthus-Bertrand è invece fondatore e presidente della fondazione ecologista GoodPlanet il cui obiettivo è indurre ad agire concretamente per la Terra e i suoi abitanti.

Il ruolo “da leone” della Cina

“Il mare è il nostro futuro, eppure il mondo oggi consuma più pesce di quanto permetta il rinnovamento della risorsa planetaria. Il 62% del Mediterraneo è sfruttato oltre ogni ragionevole limite. Nel 2016 sono state 91 milioni le tonnellate di pesce pescato. In termini di quantitativo pescato, la Francia è terza a livello europeo con l’11%, dietro a Spagna (18) e Regno Unito (14). L’Europa rappresenta solo il 4% del pescato mondiale, mentre la Cina ne realizza da sola il 46%”.

Le navi-officina “rastrellano” il mare

“La pesca artigianale si basa su navi inferiori ai 12 metri di lunghezza. Oggi però sono presenti navi-officina, veri e propri bulldozer marittimi lunghi 228 metri e capaci di immagazzinare anche 14mila tonnellate di pesce e di congelarne 1.500 tonnellate al giorno. Questo spiega perché solamente l’1% delle flotte di pesca mondiale sia responsabile di più della metà del pescato. Se l’ammodernamento degli impianti ha l’indubbio vantaggio di offrire ai marinai-pescatori maggiore sicurezza, dall’altra parte gli strumenti a bordo, come sonde, GPS e localizzatori, consentono di individuare e pescare interi banchi. Uno degli esempi di sovrapesca più noti è quello del merluzzo al largo di Terranova (Canada): i banchi del merluzzo sono quasi scomparsi dopo essere stati pescati troppo”.

Fonte di ossigeno e il miracolo dell’alga che si nutre di CO2

L’oceano è il primo produttore di ossigeno sulla Terra. “Più del 50% dell’ossigeno che respiriamo proviene dall’oceano. I miliardi di microalghe unite nel plancton vegetale hanno in mare lo stesso ruolo delle foglie sugli alberi e delle piante sulla Terra: producono ossigeno in base al principio della fotosintesi. In particolare c’è un’alga, chiamata coccolitoforo, particolarmente resistente all’aumento di anidride carbonica nell’oceano. La specie è una grande consumatrice di CO2 che utilizza per la propria crescita, per questo i ricercatori la stanno studiando, per capire se la capacità dei coccolitofori potrebbe rivelarsi una preziosa scoperta. Salvare una balena equivale a 15mila alberi piantati”.

Un ruolo per il clima

“L’oceano è anche il più importante regolatore climatico: il 30% di CO2 prodotta dalle attività umane è assorbito dall’oceano. Un ettaro di mangrovie può assorbire fino a una tonnellata e mezza di anidride carbonica all’anno, l’equivalente di emissioni di un viaggio di 11mila km in auto”.

Quante cure mediche dobbiamo al mare

L’obiettivo degli autori è di rivelare la fragilità del mare, ma anche la sua forza inestimabile e per lo più misconosciuta. Come quella di essere l’origine di tante cure mediche per l’uomo. “Più di 22mila molecole marine sono attualmente studiate nell’elaborazione di nuovi medicinali. Il farmaco per curare l’AIDS, per esempio, deriva dall’aringa. Non solo. L’impressionante destrezza dei tentacoli del polpo ha ispirato un braccio robotizzato che ne imita le proprietà. Elastico e preciso, in grado di allungarsi, piegarsi, allentarsi, è destinato alle operazioni di chirurgia mininvasiva. Le alghe rosse, invece, interessano gli scienziati per il loro potenziale antibatterico. Infine, dallo studio del cuore delle balene, che pesa 600 chili contro i 300 g del nostro, potrebbero un domani arrivare pacemaker meno invasivi. Come fa a pesare così tanto il cuore delle balene? Sono l’animale più grande e grosso del Pianeta. Può raggiungere quasi 30 m di lunghezza e pesare oltre 170 tonnellate”.

Documentario commovente

Per capire quanto sia speciale il polpo, consiglio il documentario su Netflix Il mio amico in fondo al mare: un regista-apneista in una foresta di alghe sudafricana stringe amicizia con un polpo che condivide con lui i misteri del suo mondo. Il regista per più di anno si immerge tutti i giorni per andare a trovare il suo amico. Finale commovente.

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