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La piramide si moltiplica: c’è anche quella del clima

La piramide alimentare raddoppia e accanto a quella della salute, volta a incoraggiare scelte sane ed equilibrate a tavola, appare, rovesciata, quella del clima che misura le emissioni di carbonio causate dalla produzione degli alimenti. Nella prima compaiono 18 gruppi alimentari, riuniti in base al loro impatto sulla salute, ridistribuiti tra sette strati a seconda della frequenza del consumo raccomandata. Nel primo strato, la base della piramide, ci sono frutta, verdura, cereali integrali ciascuno da consumare 2 volte al giorno; salendo troviamo alimenti a base di cereali raffinati con basso indice glicemico, come la pasta o l’orzo, così come frutta secca, oli vegetali non tropicali come quello d’oliva, mais, girasole, latte fermentato tipo yogurt e kefir, da mangiare 1 volta al giorno; poi pesce e legumi 3-4 porzioni a settimana; seguono latte, formaggio, uova, pollame 3 volte a settimana; alimenti ad alto indice glicemico come patate, riso raffinato 2 porzioni a settimana; burro, oli tropicali, carne rossa, dolci e prodotti da forno 1 volta a settimana; al vertice la carne processata come salsicce, pancetta e salumi da consumare occasionalmente. 

L’impronta di carbonio dei cibi

La piramide del clima, invece, classifica gli alimenti in base alla loro impronta di carbonio. «La doppia piramide è uno strumento che fa capire come scegliendo una dieta sostenibile ci sia coerenza tra ciò che fa bene alla salute e all’ambiente. Infatti, i cibi che favoriscono la prevenzione delle malattie hanno generalmente un’impronta di carbonio più bassa», spiega Katarzyna Dembska, dietista, Research Project Manager del Barilla Center for Food & Nutrition Foundation. «Questo non significa escludere alimenti dalla dieta, ma rispettare la frequenza consigliata perché ogni scelta incide sia sulla salute sia sull’ambiente». Insomma, lasagna e carbonara sono salve, dobbiamo solo limitarle a 1 volta a settimana. Idem per quinoa e avocado: prima di fare il bis chiediamoci da dove vengano, sono tipici dell’America Latina.

A ogni paese la sua piramide

Dieta sostenibile fa rima anche con valorizzazione delle tradizioni locali. Per questo Fondazione Barilla ha studiato sette doppie piramidi alimentari per altrettante aree del mondo: Mediterraneo, Paesi nordici e Canada, Stati Uniti, America Latina, Asia meridionale, Asia orientale, Africa. Così nei Paesi nordici, per esempio, i cereali integrali sono rappresentati dalla segale, in Africa il pesce più comune è la tilapia, tipico delle acque dolci e poco costoso, nell’Asia orientale tra i legumi spicca la soia. «Le nostre piramidi multietniche fanno leva su ciò che esiste già nelle diverse culture gastronomiche che, in ogni contesto geografico, offrono tutti gli alimenti per compiere scelte sane e sostenibili senza rinunciare al gusto e al piacere di mangiare», conclude l’esperta.

Dal mio articolo su Natural Style

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