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Che piatti… capolavoro! Come la ricetta con dadini di caprino amata da Giotto (e pronta in 5 minuti)

Legumi, formaggio con il miele e soprattutto molta carne come rivelano gli esami condotti sulle sue ossa nell’Arcispedale di Santa Maria Nuova a Firenze. Ecco la dieta di Giotto (1267-1337). La carne, simbolo di ricchezza, era consuetudine bollirla. Non mancavano mandorle e nocciole, usate anche per condire piatti salati, ed erbe come borragine, alloro, prezzemolo che si ritrovano, forse non a caso, tra gli elementi decorativi della Cappella degli Scrovegni, affrescata dall’artista. Facili le sue ricette, come quella di Dadini di caprino con granella di nocciole e mandorle: tritare 150 g di nocciole, rompere a scaglie 100 g di mandorle; comporre 500 g di caprino a cubetti, passarne alcuni pezzi nella granella di nocciole, altri in quella di mandorle, condire con sale e pepe e servire.

Valeria Arnaldi, Colazioni d’artista
Il libro di Valeria Arnaldi Colazioni d’artista (Ultra editore).

Questi sono solo alcuni degli aneddoti raccolti nel libro di Valeria Arnaldi, Colazioni d’artista. Capolavori in cucina da Leonardo a Picasso (Ultra editore, € 17,50) in cui la scrittrice, risalendo a documenti e opere, ripercorre la storia della cucina attraverso ricette e passioni degli artisti più noti della storia dell’arte.

Leonardo e l’uso del tovagliolo

Nel Codice Atlantico, conservato nella Biblioteca Ambrosiana, ci sarebbero prove dell’interesse di Leonardo da Vinci (1452-1519) per la cucina, tra progetti per cavatappi, macinapepe, affettatrice e anche un girarrosto meccanico. E il suo sonetto sulla dieta, val a dire lo stile di vita, oggi è più che mai attuale:

“Se voi star sano, osserva questa norma: 

non mangiare senza voglia, e cena leve; 

mastica bene, e quel che in te riceve,

sia ben cotto e di semplice forma.

Chi medicina piglia, mal s’informa:

guarti dall’ira e fuggi l’aria greve;

su ritto sta, quando da mensa leve;

di mezzogiorno fa che tu non dorma.

El vin sia temprato, poco e spesso,

non for di pasto né a stomaco voto,

non aspectar, né indugiar al cesso,

se fai esercizio sia di picciol moto.

Col ventre resupino e col capo depresso

non star, e sta coperto ben di notte;

el capo ti posa e tien la mente lieta,

fuggi lussuria, e attieni alla dieta”

Alla corte sforzesca, a Milano, Leonardo fu chiamato a occuparsi della “regia” dei banchetti e introdusse l’uso del tovagliolo. Fu opera sua il cuore dell’organizzazione del banchetto per le nozze, nel 1489, di Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza.

Non solo colazione: anatra alle olive per Cézanne

Tra i piatti prediletti di Paul Cézanne (1839-1906) c’era, invece, l’anatra alle olive. Non gli piaceva solo sedersi al tavolo con gli amici, ma anche studiare la preparazione dei piatti, condividere le ricette, dare consigli di cottura. Fortemente interessato alla cucina era anche Claude Monet (1840-1926) che amava il pollame cresciuto in modo naturale… Oggi lo definiremmo bio.

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