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Alluce valgo: come si cura

L’alluce valgo è oggi la deformità del piede più comune. Colpisce circa il 23% della popolazione adulta in Italia. “L’alluce è una struttura piccola, ma al suo interno si concentra una forza enorme. Infatti, durante il cammino l’ultima spinta propulsiva viene data dalla flessione dell’alluce che conclude la fase del passo”, spiega Cesare Faldini, professore ordinario di Ortopedia e traumatologia, all’Università di Bologna e direttore della S.C. Clinica Ortopedica e Traumatologica dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

“Visto che le forze sulla parte anteriore del piede sono estremamente concentrate e che le strutture sono piccole, uno squilibrio tra la resistenza dei legamenti e le forze in gioco può portare al cosiddetto alluce valgo. E’ la conseguenza dell’allargamento dei metatarsi in cui il primo dito, ossia l’alluce, devia verso le altre dita del piede. Questa condizione si associa a una prominenza dell’osso metatarsale sul versante interno del piede che determina un difetto estetico, la cosiddetta “cipolla”, ma anche dolore a causa del conflitto con la calzatura”.

L’unico rimedio è l’intervento chirurgico?

Il trattamento può essere inizialmente conservativo ricorrendo a plantari, tutori, separatori: riduce i sintomi che possono essere da molto lievi a un dolore acuto tale da limitare le normali attività. La disfunzione meccanica del piede dipende principalmente dal grado di deformità. Con il progredire della sua deviazione, l’alluce perde la capacità di carico. Trasferisce così l’onere della spinta alle altre dita esterne che sono più piccole e che non sono state progettate per sostenere un tale carico. Un altro rimedio per posticipare l’operazione è l’utilizzo di scarpe a pianta larga: è bene che siano in pelle morbida, senza cuciture, associate a un plantare prescritto dal medico che scarica i metatarsi. Se il paziente non trova beneficio dal trattamento conservativo si considera l’intervento chirurgico che è l’unica procedura che corregge la deformità”.

Com’è cambiato l’intervento?

Oggi grazie alla chirurgia mini-invasiva l’operazione si effettua in pochi minuti, con un’incisione di circa un centimetro, in anestesia locale o spinale (addormentando solo le gambe). Deformità presenti alle dita esterne possono essere corrette contestualmente. Il bendaggio-medicazione permette di camminare dallo stesso giorno indossando una calzatura post-operatoria, per questo è possibile operare entrambi i piedi nello stesso momento. Dopo un mese il paziente può indossare calzature comode, riprendere le normali attività e andare in piscina e in bicicletta. Dopo 2 mesi può portare le scarpe con il tacco. Dopo tre mesi può praticare sport.  La recidiva è una complicanza molto rara”. 

Quali sono le cause più comuni?

ll piede piatto, caratterizzato da un minor sviluppo dell’arco plantare, altera la funzione di spinta del piede aumentando le probabilità che uno squilibrio di forze conduca al valgismo dell’alluce. Anche la familiarità può giocare un ruolo. Un’altra condizione predisponente è la lassità legamentosa: essendo la tenuta dei legamenti sollecitata durante la fase di spinta, una certa lassità può predisporre all’alluce valgo. Ci sono poi da considerare altre patologie più rare come le malattie reumatiche che attaccando la cartilagine e la struttura articolare nel suo complesso possono aumentare il rischio di deformità”.

Perché le donne sono più colpite?

L’alluce valgo interessa soprattutto il sesso femminile con un rapporto di oltre 10:1 rispetto a quello maschile. Si stima che in Italia circa il 40% delle donne ne sia affetto. “Non si può parlare di vere e proprie cause genetiche, ma i dati epidemiologici fanno pensare a una certa predisposizione legata alla lassità legamentosa, più comune nelle donne. Inoltre, la maggior incidenza di alluce valgo nel periodo post-menopausale fa associare la deformità anche a fattori ormonali”, precisa il professor Faldini. 

Un recente studio apparso su International Journal of Paleopathology ha rilevato come l’aumento della prevalenza dell’alluce valgo individuato in soggetti del XIV e XV secolo abbia coinciso con l’adozione di nuove calzature a punta.

Scarpe strette e col tacco alto, oggi di moda, non causano direttamente l’alluce valgo, ma nelle pazienti predisposte rappresentano un ulteriore fattore di rischio. Non esiste una diretta correlazione, ma alcuni fattori ambientali, come svolgere mansioni in piedi o camminare molto, possono giocare un ruolo. Se l’alluce, a causa di mansioni gravative, subisce forti e costanti sollecitazioni, queste possono favorire il disturbo”.  

CURIOSITA’

Oltre 26 articolazioni costituiscono il piede e consentono di svolgere la funzione di appoggio e quella di spinta durante il cammino.

Dal mio articolo su Corriere della Sera inserto Salute.

Credito foto in apertura: Bruce Mars/Unsplash.

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