
Siamo ancora con i riscaldamenti accesi e il tepore favorisce la proliferazione degli acari della polvere. Cosa c’entrano i cibi? “Chi è sensibile a questi acari può essere sensibile anche a gamberetti, granchio, aragoste, astice, lumache e molluschi: sono le cosiddette allergie crociate”, spiega Ambra Mascheri, specialista in Allergologia e immunologia clinica all’ospedale San Raffaele di Milano.
Perché si verificano le allergie crociate
“Capitano quando ci si sensibilizza a un allergene – che è una proteina – che ha omologia strutturale con allergeni contenuti negli alimenti. La stessa cosa accade con le piante.
- Chi è allergico ai pollini di betulla, nocciolo e ontano (febbraio-aprile) può essere sensibile a sedano, mela, pesca, prugna, pera, albicocca, ciliegia, fragola, frutta secca, finocchio, carota, patata;
- chi lo è con ambrosia e artemisia (agosto-novembre) deve stare attento a sedano, finocchio, melone, anguria, miele, camomilla;
- le graminacee (aprile-luglio) crossreagiscono con cereali, melone, anguria, pesca, albicocca, prugna, ciliegia, mela, frutta secca, pomodoro, patate, melanzana;
- la parietaria (marzo-ottobre al Nord, tutto l’anno al Sud) con basilico, piselli, melone, ciliegia”.
I calendari pollinici
I mesi sopra indicati sono indicativi perché il periodo di fioritura è influenzato dal clima, dall’umidità, dalle temperature. Per questo motivo, può variare a seconda delle regioni e degli anni. In genere, il calendario di fioritura è aggiornato dalla Asl locale o dalla Rete italiana di monitoraggio aerobiologico che raccoglie i dati di tutte le regioni.
Come si effettua la diagnosi
La diagnosi di una allergia crociata si fa con appositi test cutanei o con esami del sangue specifici. “A seconda della proteina a cui si è sensibili, si può continuare a mangiare l’alimento a patto di cuocerlo, perché il calore distrugge l’allergene, oppure bisogna eliminarlo per evitare che i sintomi locali come pizzicore in bocca o gonfiore degenerino in orticaria e shock anafilattico”.
Il vaccino
“Per acari e pollini esiste un vaccino (immunoterapia specifica). L’allergene, trattato e purificato, viene somministrato per via sottocutanea o per via sublinguale in modo da “abituare” il sistema immunitario, in circa 3-4 anni, a non riconoscerlo più come nocivo e a reagire con una risposta immunitaria che ci danneggia”, conclude l’esperta.
Credito foto in apertura: Brittany Colette/Unsplash.
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